Mi chiamo Beatrice ed ho avuto la fortuna di avere una nonna visionaria.
Nonna Anna era una donna che tracciava la strada, creava opportunità e stimolava chiunque fosse intorno a lei ad andare avanti.
Era lei che segnava il cammino di tutte le nostre avventure.
Era lei che sognava un futuro per tutti noi.
Era lei che ci guidava con mano ferma ed un sorriso coinvolgente.
Era lei, dall’alto dei suoi 160 cm di altezza, il vero, unico, indiscusso, capo famiglia.
Io la amavo, semplicemente la amavo ed imparavo da lei, giorno dopo giorno, il dono dell’accoglienza, del far sentire il cliente parte di una famiglia, una grande famiglia la nostra.
Per quanto fosse visionaria, il suo essere avanti non le impediva di fermarsi, voltarsi indietro e controllare che il Suo Oreste, il suo grande amore di tutta una vita, il mio adorato nonno, fosse con lei, al suo fianco, che la seguisse e la appoggiasse in ogni suo progetto.
Fu lei, che nei lontani anni 70, pensò che la nostra vita potesse cambiare e da Bologna, condusse il marito e la figlia, la mia mamma, con la sua mano ferma, in questo lembo di terra baciato dalla natura, tra montagne piene di marmo e lunghe spiagge di sabbia dorata, per creare una nuova vita, una nuova attività, una impresa aziendale, un hotel, il nostro hotel.
E’ grazie a lei che è nato l’Hotel Giulio Cesare, al Cinquale, www.hotelgiuliocesarecinquale.com
E’ grazie a lei che ho imparato i rudimenti di una buona gestione alberghiera, fatta di cura dei particolari, di pulizia, di fiori, di colori e di eleganza.
Si, di eleganza, perché Nonna Anna era una donna elegante, elegantissima, con il suo filo di perle, sempre al collo, la sua messa in piega, come si chiamava allora, perfetta, le sue “mise” serali in tono con le stagioni e le occasioni.
Non so come facesse, nessuno lo sa, ma era sempre pronta ad affrontare qualsiasi evenienza, qualsiasi problema, perché credeva fermamente che ogni problema avesse la sua soluzione…bastava cercarla e l’avremmo trovata, proprio lì, dove credevamo non potesse essere.
E’ con lei che ho imparato che gestire un albergo, vuol dire anche, o forse soprattutto, gestire l’emergenza, l’evento stra-ordinario, la richiesta del cliente non prevista, fuori dalla norma, fuori da ogni tipo di accordo, senza mai perdere il sorriso, il controllo, la leadership, si direbbe oggi.
Oggi, in una realtà sempre più virtuale e meno reale, sono sicura che nonna Anna, saprebbe comunicare con il cliente passando con disinvoltura da un canale ad un altro, da una app di messaggistica come WhatsApp, Telegram, Line, come fa il nostro sito, ad un’altra, senza perturbarsi, senza mostrare in alcun modo ansia.
L’albergo era la sua vita, il cliente era il fulcro della sua giornata, non era un lavoro, era una passione.
Le mamme, le clienti trovavano in lei un orecchio sempre pronto ad ascoltare, un cuore sempre pronto a condividere.
I consigli che elargiva erano, di volta in volta, quelli di una mamma, di una nonna, di una zia che con amore viveva e faceva sua, la storia che le veniva raccontata.
La sua vita è passata attraverso le generazioni di famiglie che ogni anno tornavano con i figli più grandi, con le mamme diventate nonne, con una vita che condividevano con lei e che lei accoglieva con gioia, con un sentimento di famiglia.
Mi chiederete, cosa mi manca di lei…
Tutto, mi verrebbe da rispondere, o forse niente, perché lei è con me in ogni gesto, in ogni prenotazione che prendo, in ogni bambino che sorride davanti alla nostra colazione, in ogni cliente che accolgo, sperando di farlo come un tempo faceva lei, con amore, con passione e con gratitudine.
Grazie Nonna